Tour de France 2018, Nibali: “Non vedo l’ora di partire e di lottare giorno dopo giorno”
Vincenzo Nibali si è presentato questo pomeriggio in conferenza stampa alla vigilia della partenza del Tour de France 2018 evidenziando il proprio stato di forma attuale, le proprie ambizioni e anche la sua opinione riguardo al caso Froome. Il capitano della Bahrain-Merida è apparso decisamente calmo e fiducioso riguardo alle proprie possibilità in questo Tour, tracciando anche un elenco dei suoi personali favoriti.
Com’è andato l’avvicinamento al Tour?
Il ritiro in altura è andato nel verso giusto. Siamo andati molto bene, abbiamo trovato un bel meteo e siamo riusciti a fare un po’di quel lavoro di qualità che serviva, specialmente a me, per avere un po’ di condizione in più. Penso di avere lavorato bene e di avere una buona condizione. Il peso è giusto, agli italiani abbiamo corso discretamente e questo dimostra che anche Pozzovivo sta bene. Non vedo l’ora di partire e di lottare giorno dopo giorno.
Cosa ne pensi dell’assoluzione di Froome? Pensi che sia ingiusto rispetto ad altre situazioni, come quella della Vuelta nel 2013 quando tu non potesti prendere il cortisone dopo la puntura di un’ape?
Successe che noi facevamo parte del MPCC e quindi questo non permetteva l’assunzione di nulla in caso di una puntura di una vespa, quindi ho dovuto correre in quelle condizioni che voi tutti ricordate, quindi avevo due soluzioni: andare a casa o continuare ad aspettare per vedere se il gonfiore diminuiva. Di comune accordo con la squadra decisi di continuare, perché riuscivo a vedere la strada e poi le cose sono migliorate. Per quanto riguarda la Sky non so il motivo per cui è stato assolto. Sappiamo tutti che c’è una deposizione ma non abbiamo ancora saputo il motivo dell’assoluzione. Io ho vissuto anche l’esperienza di Ulissi perché abitiamo molto vicini. È stato un momento molto difficile, in questa circostanza sono stati usati due pesi e due misure. Uno è stato squalificato e l’altro no per la stessa infrazione, anche se quella di Froome è peggiore. Si tratta dello stesso prodotto, il Ventolin, e due circostanze simili ma uno aveva un dosaggio minore e l’altro uno molto maggiore, anche rispetto ad altri precedenti. So solo le cose come sono andate: due pesi e due misure.
Questa vicenda può limitare voi corridori dal punto di vista psicologico?
A noi come atleti no, forse può limitare Chris. Non mi ha tolto entusiasmo, quando ho avuto la notizia ero in garage a sistemare la bici. Magari potevo trovarmi con una Vuelta in più, ma non era il modo in cui volevo ottenerla.
Questa vicenda porterà al cambiamento delle regole?
Io credo che ci sarà comunque, anche in base ai casi passati, un cambio di direzione per quanto riguarda il regolamento. Non penso che a Chris interessi molto dei suoi avversari, perché è il modo di fare che hanno loro della Sky.
Qual è la gerarchia dei migliori secondo te?
È difficile poterli mettere in una gerarchia, ci sono Quintana, Landa, Valverde, Zakarin che nessuno cita, Dumoulin, Yates, Porte, Bardet, Uran, Martin. Qualche sorpresa sicuramente ci sarà.
Cosa ne pensi di Bernal?
Bernal è sicuramente un grandissimo talento, ma nessuno di noi lo ha visto sulle tre settimane. È difficile, solitamente fare l’accoppiata Giro-Tour è veramente molto impegnativo.
Chi sarà il capitano della Movistar?
È sicuramente una grande esperienza riguardo alla gestione di un GT. Quintana non ha mai vinto il Tour ma sa gestire bene un GT. Saperlo gestire sicuramente fa la differenza, perché devi essere bravo anche a gestire la squadra e come usare i corridori. Sono tre nomi molto importanti, chi sarà il più avanti in classifica avrà più merito.
Cosa ne pensi della tappa con la griglia di partenza?
Bisogna vedere come verrà interpretata. Di solito ci sono corridori che si risparmiano per quella tappa specifica, quindi non cambierà niente, anche perché i big vanno a cercare i compagni di squadra per raggrupparsi. Dividere questi gruppi ha poco senso, è difficile che un big parta subito all’attacco dal primo chilometro.
Come pensi debba essere affrontato un Grande Giro?
Bisogna suddividere un GT settimana per settimana. Dopo la prima si fa il punto della situazione, nella seconda settimana si affrontano gli avversari e poi nell’ultima si valuta se ci sono le energie per attaccare o se bisogna difendersi.
Come sta la tua squadra?
Abbiamo un’ottima squadra, abbiamo lavorato tutti per questo appuntamento. Gorka e Ion [Izagirre] stanno andando bene, poi abbiamo i gregari in salita e chi lavorerà in pianura come Koren. Anche Colbrelli sarà molto importante in pianura, soprattutto a Roubaix, con Haussler.
Come pensi che andrà la tappa del pavé?
Non mi sbilancio mai, però penso che possiamo fare sicuramente una buona prova.
Sarà più facile o più difficile di quella del 2014?
Col bagnato è stato peggio. Chi è più abituato sarà più vicino al proprio capitano, però tutti all’interno della loro squadra hanno un corridore di classifica, quindi sarà diverso rispetto a una classica. I chilometri di pavé sono tanti, ma non di più delle strade bianche che abbiamo fatto al Giro, ormai nei GT ci sono sempre di più percorsi del genere.
Pensi di poter vincere?
Ho improntato la mia stagione già dall’anno scorso per questo appuntamento. Ai tempi della prima Vuelta non mi calcolava nessuno, ora quando c’è Vincenzo in mezzo viene considerato, perché anche se non vince può sbilanciare la corsa in un’altra direzione.
Pensi che affrontare il Tour con soli otto corridori cambierà qualcosa?
Un corridore in meno vale per tutti. Diventa un po’ più difficile ma così è tutto proporzionato.
Chi sono per te i favoriti?
Froome, Quintana e Bardet.
Sarà un Tour particolare per Pellizotti?
Per lui sicuramente questa è una bella avventura, anche lui ha lavorato per questo Tour e cercando di concentrare le sue energie per questo obietivo. Questo sarà l’ultimo anno per lui e questo sarà un evento importante.
Hai messo nel mirino qualche tappa?
Non c’è una tappa in particolare.
Cosa ne pensi a qualche polemica che è arrivata dai media?
Io guardo sempre me stesso. Ho fatto le cose per come le amo fare e si risponde a colpi di pedale.
Tua figlia cosa ti ha detto quando sei partito?
Le ho detto vado via per tanti giorni e lei mi ha risposto: “Si, lo so. Ciao!”. Le videochiamate avvicinano molto di più e aiutano a ridurre la distanza.
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